Noto anche come “Nasconderello” o “Rimpiattino” è un gioco fatto di niente ma col quale ci si divertiva in un modo incredibile.
Scelta la cosiddetta “tana” (un tronco d’albero, la porta di una casa, un’automobile, ecc.) si designava chi doveva “stare sotto” tramite la “conta”, ossia una filastrocca che si concludeva per lo più con una frase del tipo “tocca a te!”.
Il prescelto doveva poi contare ad occhi chiusi fino ad un numero concordato tutti insieme (30, 40, 50anche 100, anche di più) mentre gli altri partecipanti al gioco andavano a nascondersi. Una volta concluso di contare, chi “stava sotto” iniziava a cercare i compagni di gioco. Avvistatone uno doveva gridarne il nome (a volte anche toccarlo) e correre fulmineamente verso la “tana” insieme al giocatore appena scoperto. Il primo dei due che raggiungeva la “tana” doveva toccarla e gridare a squarciagola “tana!”.
Di conseguenza il meno veloce dei due doveva “stare sotto” a sua volta e riprendere la caccia ai giocatori nascosti. Chi riusciva a raggiungere la “tana” con successo poteva così gustarsi il resto del gioco da puro spettatore.
L’obiettivo dei giocatori nascosti era di cercare di lasciare i rifugi senza essere visti o toccati e di raggiungere il punto di tana gridando “tana” per liberare sé stessi, oppure il favoloso “tana liberi tutti”. Ogni mano si concludeva quando tutti i giocatori erano stati scoperti e ne restava uno “sotto”, non necessariamente quello che era stato designato inizialmente con la conta.
I nascondigli erano i più ingegnosi e inverosimili; dentro armadi o scatole, sotto i letti come i gatti, in soffitta o nei sottoscala, per strada dietro le portiere delle macchine aperte facendo ‘sssshhhh’ al conducente per non farsi rivelare. Proibito dallo spirito ma geniale era andare semplicemente via, a casa e tornare dopo un paio d’ore dicendo ”ma come non mi avete trovato, ero qui, mi sono nascosto bene, vero?”
Esisteva anche un versione definita ‘nascondino buietto’ perché si faceva in casa in una stanza con le luci spente.
Roberta
Non ero contentissima quando si giocava a nascondino; gli altri bambini erano molto più veloci di me e, di conseguenza, stavo sotto sempre io! L’alternativa era quella di cercarmi un nascondiglio posto poco in vista ma il rischio era quello di non essere trovata mai e questo non mi garbava tanto!