L’Ufo Solar era un enorme sacco in plastica nera tipo sacco per l’immondizia ma molto più leggero che si riempiva d’aria, si aspettava che si scaldasse e lo si guardava salire. Lo si poteva comperare in edicola e in cartoleria ed era molto pubblicizzato su Topolino.
L’Ufo Solar si gonfiava correndo in cortile tenendo l’apertura con le braccia aperte, poi si chiudeva legandolo con del filo tipo aquilone si attendeva qualche minuto e l’enorme pallone si alzava in cielo come un dirigibile. Naturalmente, ci voleva una giornata di sole. E a questo punto bisogna guidarlo.
Fortemente consigliato l’uso in spiaggia o in spazi molto aperti, perchè bastava un niente – un ramo, un palo, una roccia e … puff … l’Ufo Solar si buca o anche si lacerava e veniva giù come un sacco vuoto dello sporco. A quel punto bisognava armarsi di nastro adesivo e cercare di fare una toppa che però, in più delle volte, funzionava così così. E, alla fine, si buttava via tutto.
Luigi mi ha mandato le scansioni di due numeri della rivista/giocattolo:
Copertina del n.1 della rivista UFO SOLAR dell’8 giugno 1979, lire 2.000 e retro di copertina del n.1 della rivista UFO SOLAR
Copertina del n.2 del 22 giugno ’79 della rivista UFO SOLAR. Il retro di copertina è identico al numero 1.
STEFANO
L’UFO SOLA (sic) era realizzato in plastica sottilissima e fragilissima. Io me lo feci comprare prima di partire per le vacanze in campagna, dove stecchi e rovi ne fecero macello prima ancora del decollo. Dovetti ripararlo con il nastro ma non c’era nulla da fare, al massimo riuscì ad alzarsi tipo tre metri, mezzo sgonfio con una estremità moscia e penzoloni, ottenendo così la forma di un… vabbè, avete capito ! Non mi fate dire cosacce ! Ad ogni modo lo ricordo come una maledetta delusione…