I bambini degli anni 60 e 70 non hanno visto troppa televisione, semplicemente perché c’era un unico canale e le trasmissioni cominciavano solo a metà pomeriggio, ma hanno di sicuro ascoltato tanta radio: quella che accompagnava i lavori in casa della mamma, che informava il papà dei risultati del calcio, cher allegrava noi piccoli con le canzoni in voga.
Che dire delle radio da tavolo? Simili a quelle che troneggiavano nelle case degli anni 30-40-50, quelle degli anni 60-70 si differenziano per le dimensioni notevolmente ridotte grazie alla riduzione delle dimensioni delle valvole prima, e dell’avvento dell’elettronica e dei transistor poi.
Erano radio con amplificatore e altoparlante incorporato (due se erano in stereofonia), avevano una buona resa musicale e facevano le veci degli hi-fi di oggi. Ancora oggi si possono trovare dei modelli perfettamente funzionanti in diverse case.
Queste prime radio a transistor erano degli apparecchi realizzati in plastica con spesso degli inserti laterali in finto legno, dal design abbastanza semplice di diretta derivazione dai precedenti modelli a valvole, ma dalle dimensioni assolutamente contenute. Inoltre erano spesso dotate di una confezione molto aderente realizzata in similpelle nera fine con annesso laccetto.
Alcuni avevano anche ingressi ausiliari per collegare giradischi, microfono, eccetera. Alcune delle marche più diffuse erano la Europhon di Milano, la Philco, la Phonola, la CGE.
I testi sono stati realizzati da Claudio Costantini e tutti gli oggetti nelle foto sono di sua proprietà.
Eccovi una radio Grundig “SATELLIT 210/Transistor 6001” degli anni 70: era in grado di spaziare dalle onde corte alle onde lunghe con una dozzina di scale differenti. Si potevano sentire le radio di tutto il mondo, i segnali morse, strani sibili che credo fossero le trasmissioni telefax.
Qui una Voxson Starlet che risale alla seconda metà degli anni ’50. Antenna estraibile dal manico per poterla avvitare nel suo innesto, alimentatore per utilizzo casalingo che sostituisce la batterie interna da 60 volt.
Una delle prime Voxson prodotte dalla FARET (fabbrica apparecchi radio e televisione) – la Voxon Dinghy – con una custodia in pelle (non in cuoio cartonato come le custodie delle macchine foto degli anni 80), con alimentazione a batterie ora introvabili da 60 volt ed un provvidenziale trasformatore/alimentatore.
Questa è una Sony TR 1824 da tavolo: notare il raffinato design, molto avveniristico. Peccato cha la radio funzioni solo in onde medie!
Molto particolare questa Panasonic GX 400M: oltre alle normali onde medie e modulazione di frequenza aveva anche la possibilità di sintonizzarsi su frequenza particolari, da 1.6 a 16 MHz! Inoltre una speciale antenna ritante fungeva da radiogoniometro, per aiutare a localizzare la provenienza della trasmissione.
Ecco la Clock radio Kenton, una radiosveglia, o una sveglia radio, nel senso che è double face, e poteva essere utilizzata indipendentemente da un lato o dall’altro; la suoneria dell’orologio (meccanico a carica manuale) poteva essere impostata per far accendere la radio o per innescare la classica campanella, a scelta. Doppia pure l’alimentazione, a rete o a batteria.
Non credo che ci sia bisogno di descrivere la TS 502 realizzata dalla Brionvega di Milano nel 1964, da sempre maestra di Design. La radio (nota anche come Cubo) in AM ed FM era veramente bella e funzionale.Una copia della TS-502 e’ esposta nei piu’ importanti musei di arte moderna, come ad esempio il Museum of Modern Art in New York. Questo ricevitore radio ,come del resto altre apparecchiature realizzate dalla stessa azienda, e’ diventato oggetto di culto. E viene riproposto nuovamente esattamente identico ad allora.
Ancora della Grundig, ma da tavolo questa bellissima radio. Purtroppo ne ignoro il modello, in bachelite con diverse gamme d’onda ed alimentazione a corrente.
Per chi è cresciuto con la stereofonia, l’alta fedeltà, o le più recenti “cuffiette” è difficile immaginare che allora noi, per non arrecare disturbo (o per non farci beccare a scuola…) sentissimo la radio atttraverso questo modestissimo auricolare: dalle classifiche di Giancarlo Guardabassi alla Hit Parade di Lelio Luttazzi non c’era programma musicali che mi sfuggisse; peccato che talvolta fossero in orari poco consoni. Ricordo ad esempio una tragica serata a teatro a vedere qualche dramma per volere della scuola. Mi salvai dall’addormentamento solo grazie a questo aggeggino!
Alcuni modelli di radio portatili utilizzavano alimentazione batterie ora introvabili da 60 volt e un provvidenziale trasformatore/alimentatore nel set. In seguito si arrivò alla miniaturizzazione con radio giapponesi attaccate al portachiavi, fatte perloppiù da Sanyo, Midland e Sony.
Miniradio portachiavi degli anni ’70. Bellissima.
Un’altra radiolina a transistor. Modello: 641-LW – Emperor, made ovviamente in Hong Kong. Supereterodina solo onde medie!
Un esempio di miniradio portatile della Grundig, funzionava con quattro stilo. In AM.
Avete qualche radio di quegli anni?
Mandatemi l’immagine che la presento in questa scheda.
Livio
Delle radio dell’epoca possiedo ricambi e documentazione tecnica, se qualcuno ha un esemplare guasto che vuole riparare non ha che da contattarmi.
Vanni
Ciao Livio vale ancora il tuo aiuto per riparare un voxon tanga? Mi puoi contattare a vannicorallo@libero.it. grazie
Livio
Ciao Vanni,
sul Tanga non ho molta esperienza, ne ho riparate un paio tempo fa che non avevano poi grossi danni. Che problemi ha la tua?