Millenovecentosessantotto, 22 dicembre, domenica sera, Programma Nazionale Rai, un coro canta: “La freccia nera fischiando si scaglia e la sporca canaglia il saluto ti dà”. Un’intera generazione comincia a ricordarla da allora e chissà per quanti anni ancora, insieme allo sceneggiato La Freccia Nera, tratto dal romanzo omonimo di Robert Louis Stevenson.
Sfondo della storia la Guerra delle Due Rose, che metteva l’una contro l’altra le fazioni dei York e dei Lancaster. Perfidi e crudeli i “cattivi”, il duca di Gloucester (Adalberto Maria Merli), il vescovo sir Olivier (Tino Bianchi) e Sir Daniel Brackley (Arnoldo Foà). Belli e biondi, senza macchia e senza paura i “buoni” Dick Shelton e il monello-damigella John/Joan (una giovanissima Loretta Goggi nel doppio ruolo). In una foresta che vale quella di Nottingham, un gruppo di ribelli si serve della clandestinità e di micidiali frecce nere per combattere i soprusi di Sir Daniel. Destinata a sposare Dick senza conoscerlo e contro la sua volontà, la giovane Joan si traveste da John e finisce per incontrarlo proprio ai margini della foresta. Cappe, spade e avventure li attendono … La canzone “La Freccia Nera”, cantata da Leonardo e Coro, è di Sandro Tuminelli.
Tratto dall’omonimo romanzo di Robert Louis Stevenson (1888), lo sceneggiato in sette puntate racconta, sullo sfondo della guerra delle Due Rose, la storia del giovane Dick Shelton (Reggiani), dibattuto fra le due avverse fazioni degli York e dei Lancaster, e di Joan Sedley (Goggi), che si traveste da uomo per sfuggire ai persecutori. Tra i due, dopo gli iniziali maliziosi equivoci, nasce l’amore, coronato da nozze finali in stile musical: nella scena conclusiva i novelli sposi all’uscita della chiesa trovano ad attenderli, schierate e contrapposte, le due fazioni avversarie, ma scelgono di unirsi ai ribelli della Freccia Nera. Efficacemente disegnati i cattivi del romanzo: sir Olivier (Bianchi), un vescovo disonesto travagliato dai sensi di colpa, il malefico duca di Gloucester (Merli), truccato con gobba e parrucchino, e il crudele sir Daniel Brackley (Foà), signorotto di campagna avido e violento, pronto a passare dall’una all’altra fazione secondo le opportunità del momento, il quale prima di venir giustiziato afferma: “Sono i tempi duri che fanno gli uomini spietati”, ricavando una personale morale della storia. Lo sceneggiato è realizzato con le electronic cams (telecamere con pellicola), che consentono una migliore definizione delle immagini.
Numerose, per l’epoca, le riprese in esterni, tra cui la celebre sequenza della battaglia tra York e Lancaster, realizzata, grazie a un vero prodigio artigianale, con soli diciotto uomini e dodici cavalli. Al successo dello sceneggiato (premiato da una media di ascolto di sedici milioni e mezzo di telespettatori) ha notevolmente contribuito la sigla di Sandro Tuminelli, la cui epica cadenza è rimasta impressa nella memoria di una generazione di giovani telespettatori, affascinati dalle romanzesche vicende di donne, cavallier, arme e amori. (da Enciclopedia della televisione, a cura di Aldo Grasso, 1996 Garzanti)
Mariano
Bellissimo sceneggiato televisivo. Ricordo che odiavo Arnoldo Foà…..
zuma1965
Ricordo di averlo visto ma sicuramente in replica perchè all’epoca della prima messa in onda ero ancora troppo piccolo…. un grande sceneggiato e soprattutto grandi interpreti, oggi lo si riterrebbe un pò troppo ‘teatrale’ ma questa era la forza di queste produzioni, attori che venivano dalla gavetta e non gente improvvisata come oggi…Foà strepitoso come sempre…
nando da ancona
era l’epoca dei romanzi e sceneggiati televisivi…quanta nostalgia per quei programmi…il canone RAI lo pagavi (i miei genitori) con piacere al contrario di adesso!!!..Loretta Goggi carinissima era entrata nei cuori di noi “piccoletti”….
Isabeau61
L’ho visto ogni volta che lo hanno trasmesso, ero innamoratissima di Aldo Reggiani (Dick).
Qualche anno fa me lo sono comprato in DVD e l’ho rivisto, dopo tanti anni un’emozione pazzesca e ho notato che era fatto molto bene, in tutti i sensi. Nostalgia per gli sceneggiati televisivi che portavano nelle case i romanzi classici. Cultura per tutti. Oggi quasi solo spazzatura tranne rari esempi