L’uomo forzuto della Plasmon era la presenza più machista degli anni ’60, diretto erede dei film ‘romani’ pieni di ercoli, macisti e gladiatori, e la sua martellata chiudeva tutti i caroselli Plasmon.
L’uomo Plasmon era Fioravante Palestini, detto “Gabriellino”, un metro e novanta per 110 chili, ebbe un momento di celebrità alla fine degli Anni Sessanta con la pubblicità dei biscotti Plasmon in cui era l’uomo che batte il martello sulla colonna di marmo (in quel periodo fu ingaggiato anche per i Caroselli della Brillantina Linetti).
Abbandonati gli sketch dei biscotti girati sulla spiaggia del suo paese, Giulianova (riviera adriatica d’Abruzzo), si diede a traffici internazionali per conto della cosca palermitana di Gaspare Mutolo, finendo arrestato il 24 maggio 1983 dalla polizia egiziana, che trovò 208 chili di eroina e 25 di morfina nel cargo greco “Alexandros G.” a bordo del quale lavorava (il cargo, diretto dalle coste thailandesi alla Sicilia, si trovava alla fonda nel Canale di Suez). Condannato a trascorrere 25 anni nel “Carcere di Punizione per condannati ai lavori forzati” di Abu Zaabel, a 40 chilometri dal Cairo, un’ora di auto, passò i primi 18 mesi in isolamento totale.
Non essendoci state richieste di estradizione dall’Italia (solo il giudice Giovanni Falcone s’interessò al suo caso dopo averlo incontrato durante il periodo di isolamento), l’ex “uomo Plasmon”, che oggi ha 52 anni, si trova dal 6 novembre nella prigione di Qanater (più vicina alla capitale) dalla quale potrà uscire il 24 maggio 2003 (per legge e per buona condotta cinque anni gli verranno condonati).
Nonostante fosse rinchiuso con altri ottanta detenuti in una cella di 9 metri per 5, aveva dichiarato di essere l’unico ad avere un angolo tutto per sé, il solo a poter uscire ogni giorno dalla cella per gli esercizi fisici con manubri e pesi. Nel nuovo carcere, in cui sono rinchiusi detenuti alla fine della pena, le condizioni di vita saranno meno rigide.