In quegli anni i pattini non esistevano, o meglio, esistevano i pattini professionali con lo scarponcino per gli sportivi ed esistevano gli schettini per noi bambini.
Gli schettini erano in pratica un pianale di zama di lunghezza regolabile con quattro ruote in gomma dura e scarsi cuscinetti che veniva fissato alle scarpe con dei laccetti di plastica con chiusura a fibbia. Erano assolutamente inaffidabili, bastava la minima asperità del terreno perché le ruote si bloccassero improvvisamente procurando incredibili e rovinosi capitomboli. Inoltre erano sprovvisti di freni perciò era difficilissimo fermarsi dove voluto, molte volte bisognava buttarsi in terra.
Gli schettini hanno sicuramente arrecato alla nostra generazione molti più dolori (sbucciature, abrasioni, storte, traumi, eccetera) che felicità.
Le marche più famose erano: Gioca, di Milano, con un freno costituito da una rotella in gomma posizionata sulla parte anteriore del pattino, assai difficile da usare e pericolosissimo perché poteva farti cascare di faccia, e Gipron, quest’ultima nota anche per il petulante personaggio di Gigi Rotella, al cui club erano immediatamente iscritti gli acquirenti dei suoi costosissimi pattini, ovviamente senza freno.
silvia72
Vi basti sapere che su quegli schettini mi ci sono pure rotta un braccio !!!
Ma quanti pomeriggi tutti insieme nell’atrio del condominio a correre con quei trabiccoli ai piedi !!! E le liti con i condomini che non avevano bambini perché sarebbe stato proibito usare i pattini nell’atrio condominiale !! Le mamme ovviamente ci difendevano !!
tidi95
io me li mettevo addirittura dentro casa e quella del piano di sotto con la scopa bussava sul suo soffitto!!!! ahahahahah che ricordi!!!!
iac65
…lasciavo svitato il dado che bloccava la regolazione della lunghezza della scarpa…così all’ improvviso il pattino si allungava o accorciava!!! che emozioni! e che ginocchia sbucciate!
Sebastiano
per la verità non ne ho mai avuto un paio decente, ma ho sempre desiderato di averli… fino a quando sono cresciuto abbastanza per rendermi conto che cadere sarebbe stato inevitabile e doloroso. E’ incredibile come negli anni 70 potessero impunemente commercializzare roba così pericolosa per i ragazzi! Era un mondo senza regole… Ma noi amiamo quegli anni proprio per questo!