Alighiero Noschese e le sue imitazioni

Alighiero Noschese ha portato l’imitazione perfetta nella televisione italiana e noi bambini (e non solo …) degli anni ’70 eravamo affascinati dalla sua capacità di trasformazione e seguivamo...

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Alighiero Noschese ha portato l’imitazione perfetta nella televisione italiana e noi bambini (e non solo …) degli anni ’70 eravamo affascinati dalla sua capacità di trasformazione e seguivamo ogni sua apparizione televisiva con gli occhi sgranati.

Alighiero-Noschese-1Tra i più grandi personaggi della televisione italiana anno ’60 e ’70 c’è sicuramente Alighiero Noschese (Napoli, 1932-Roma, 1979), imitatore perfettissimo non solo nella voce e nel modo di parlare, ma anche nel trucco del viso, nella postura, nei movimenti della faccia e del corpo, in pratica un imitatore totale. Inoltre i suoi testi erano molto divertenti e anche molto satirici nei confronti dei potenti di allora.

Alighiero era talmente bravo che molte volte le sue imitazioni erano più vere dell’originale, ad esempio quella del giornalista Mario Pastore (“Mi dicono che non è vero”). Qualche breve ricordo delle sue apparizioni: Doppia coppia (1969), Canzonissima ’71, Formula 2 (1973) insieme a Loretta Goggi, Ma che sera (1978) insieme con la Carrà.

La sua capacità di immedesimarsi in qualsiasi personaggio, uomo o donna che fosse, fu così straordinaria da causargli fortissime crisi di identità, che lo spinsero alla tragica decisione di togliersi la vita nel 1979, lasciando in tutti noi un incolmabile rimpianto. Fu anche protagonista di alcuni divertentissimi films: “Il furto è l’anima del commercio?”, “Io non scappo fuggo!” e “Io non spezzorompo!”, tutti in coppia con l’emergente Enrico Montesano.

Frammento TV del 1972 con Alighero Noschese nel “Telenoschese della sera”

 

Frammento TV del 1978 con Alighero Noschese in un ‘solo voce’ che doppia perfettamente alcuni politici dell’epoca.

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2 comments

  1. Seventies

    non voglio apparire bastian contrario, tuttavia la spiegazione della crisi di identità per la morte di Noschese, la spiegazione da subito indicata come certa, so non essere vera, o almeno non del tutto; domandai un giorno a una persona che era stata molto amica di Noschese quali fossero stati i veri motivi del suo suicidio, e questa persona mi parlò di una tristezza interiore, probabilmente una depressione, negando che quella crisi di identità di cui avevano parlato i giornali fosse stato il vero motivo; i personaggi pubblici hanno vite spesso amare; le imitazioni erano probabilmente un tentativo di ritrovarsi, non furono la causa del suo perdersi

  2. enricom6548

    Semplicemente un grande, mancato troppo presto. Un viso, tante anime. O forse fu tanti visi in un’anima sola ma una grande, immensa memoria per chi ricorda quegli anni dai mille colori ma che vedevamo attraverso il filtro del bianco e nero. Negli anni successivi ci fu chi cercò di imitarlo ( non è un gioco di parole, ricordo Gigi Sabani, anche lui una storia travagliata finita in una malattia mortale) ma lui rimase sempre il numero uno.

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