Giocare a salto in alto con le penne

Giocare a salto in alto con le penne era una vera e propria attività sportiva indoor studentesca che si praticava durante le ore con supplenti tappa-buco, ore di...

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Giocare a salto in alto con le penne era una vera e propria attività sportiva indoor studentesca che si praticava durante le ore con supplenti tappa-buco, ore di religione ed altre materie ingiustamente considerate minori (musica, educazione tecnica).

L’attrezzo era una penna biro con meccanismo di uscita del refill a molla opportunamente potenziato. Trattandosi di una specialità agli esordi gli standard tecnici erano pressoché assenti e pertanto si partecipava anche con molle raddoppiate che dopo qualche lancio s’incastravano vicendevolmente rendendo inservibile l’attrezzo.

Il gioco, semplice, consisteva nel saltare un ostacolo usando il meccanismo a molla della penna come propulsore della medesima. L’angolazione ed il grado di ruvidità della superficie di lancio erano essenziali per il successo.

Per rimediare alla scivolosità del piano in formica l’esperto ricorreva alla tecnica cosiddetta dell’appoggio, basata sull’utilizzo delle rigature prodotte da incisioni (scritte e disegni) immancabilmente presenti sui banchi scolastici; il bottone della penna in questo modo riusciva ad avere un punto di contatto stabile, senza quegli slittamenti che avrebbero ridotto la potenza del salto.

Il gioco terminava all’urlo terrificante dell’insegnante, che minacciava sospensioni e note sul diario.

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