Per la prima volta nella storia culturale del nostro paese un grande editore – e che editore! – decide di dedicare alcuni numeri della prestigiosa collana Oscar ad una forma d’arte fino allora confinata alla stanza dei bambini: il fumetto.
Vedono così la luce, accanto a romanzi e saggi, titoli quali: Le spiacevoli notti di zio Tibia, Vita e Dollari di Paperon de’ Paperoni, Gli anni ruggenti di Topolino, e tanti altri.
La scelta era per l’epoca abbastanza coraggiosa ed aprì di fatto la via allo ‘sdoganamento’ del fumetto ed alla sua accettazione come forma d’arte, oggi data per scontata.
Ovviamente, noi bambini nulla immaginavamo di queste problematiche culturali: eravamo semplicemente felici di poter godere di opere che erano in molti casi inedite (ad esempio i fumetti della Warren con Zio Tibia) o non reperibili diversamente (come le vecchie storie di Carl Barks e Floyd Gottfredson).
Che gioia riprenderli in mano, sfogliarli (stando attenti a non aprirli troppo perché i vecchi collanti lasciano dopo un po’ staccare le pagine), gustarli come fosse la prima volta, accompagnando la lettura con abbondanti cucchiaiate di Nutella …