Stupendi, per la loro capacità di scrivere sopra a qualsiasi materiale, i pastelli a cera erano le nostre bombolette spray. Con essi impiastravamo carte, cartoni, pavimenti, muri, infissi e qualsiasi altra cosa fosse a portata della nostra altezza.
I bambini più ricchi avevano i costosi pastelli ad olio (Caran d’Ache, Panda, eccetera), simili a gessetti molto grassi che, dati in mano a una persona brava a disegnare, consentivano risultati strepitosi, a livello professionale. I meno ricchi si limitavano agli economici e ben meno validi pastelli a Cera Giotto, Bo o Contè, che differentemente dai pastelli ad olio erano da temperare con l’apposita lama in plastica.
I pastelli esistevano in numerose altre marche ed in numerosi colori, dai 6 base alle confezioni di ventiquattro, trentasei o quarantotto pezzi, compresi i nuovissimi colori (per allora!) oro, argento e bronzo.