Il Corriere dei Piccoli, poi Corriere dei Ragazzi

Che bello andare in edicola la domenica mattina con cento o duecento lire per comperare il numero della settimana del Corriere dei Piccoli, e poi del Corriere dei...

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Che bello andare in edicola la domenica mattina con cento o duecento lire per comperare il numero della settimana del Corriere dei Piccoli, e poi del Corriere dei Ragazzi.

Il Corriere dei Piccoli anche noto come Corrierino o CdP, è stata la prima rivista settimanale di fumetti dell’editoria italiana, pubblicata dal 1908 al 1995. Il primo numero uscì in edicola il 27 dicembre 1908 come supplemento del Corriere della Sera, al prezzo di 10 centesimi.

Però, come tutte le riviste per l’infanzia europee del primo Novecento, pubblicava in prevalenza racconti, poesie, brevi copioni teatrali, e le storie non avevano mai “fumetti” o “nuvolette” (in inglese: balloon), giudicati sconvenienti e diseducativi.

La prima pagina – vera caratteristica del Corriere dei piccoli – era sempre dedicata ad una storia di una sola tavola a colori, quasi sempre suddivisa in quattro strisce di due vignette ciascuna, sottotitolate da filastrocche in rima baciata.

Già nei primi anni, il giornale si distinse nel panorama dell’editoria per l’infanzia pubblicando la versione italiana di numerosi fumetti americani distribuiti dal King Features Syndacate di William Randolph Hearst senza le nuvolette originali, ma sottotitolate da filastrocche (Mimmo, Mammola e Medoro (Buster Brown), Bibì e Bibò (The Katzenjammer Kids, creati nel 1897), Fortunello (Happy Hooligan, nato nel 1899), Arcibaldo e Petronilla (Bringing up father o Jiggs & Maggy), Mio Mao (Felix the Cat)) e numerose storielle di produzione italiana (come Bilbolbul di Attilio Mussino e Quadratino di Antonio Rubino).

Nel primo dopoguerra una nuova generazione di disegnatori italiani creerà una serie di “macchiette” caratteristiche dell’epoca, cone il Sor Pampurio, caricatura del borghese nevrotico, di Carlo Bisi, Marmittone, caricatura del soldato oppresso dai superiori di Bruno Angoletta e il “Signor Bonaventura” di Sergio Tofano, apparso il 28 ottobre 1917, che iniziava ogni avventura con la fatidica frase: “Qui comincia l’avventura del Signor Bonaventura…”, e terminava invariabilmente ricevendo in premio un assegno da un milione.

Negli anni trenta e anni quaranta ebbero grande successo Pier Cloruro de’ Lambicchi e la sua Arcivernice di Giovanni Manca ed il Prode Anselmo di Mario Pompei, sempre con filastrocche e senza fumetti, e negli anni 1950 vengono addirittura ridotte le storie a vignette a favore dei racconti e delle letture.

I fumetti appaiono per la prima volta sul Corriere dei Piccoli sotto la direzione di Guglielmo Zucconi, dal 1961 al 1963, e si puntò di più a pubblicare storie adatte ad un pubblico di ragazzi, tanto da introdurre un inserto, il Corriere dei Piccolissimi dedicato ai più piccoli.

Per i bambini degli anni ’60 il Corriere dei Piccoli era il giornalino per eccellenza e ogni nuovo numero era una festa.

C’erano pagine e pagine di fumetti dei Puffi, Ric Roland, Luc Orient, Tribunzio, Michel Vaillant, Dan Cooper, Bruno Brazil, Cocco Bill, Zorry Kid e Jak Mandolino, Bernard Prince, Poldino Spaccaferro, Valentina Mela Verde, Gaston Lagaffe); c’erano bellissime rubriche come La palestra dei lettori“, “Corrierino-club” e “Corrierino Sport“; c’erano rubriche di sport, attualità, musica, cinema, scienza, curate da esperti del settore; c’erano le schede per le ricerche scolastiche e i romanzi a puntate (ad esempio Efrem o Tommy River di Mino Milani), pubblicati settimanalmente.

Uno dei punti di forza del settimanale fu poi il Corrierino Scuola, inserto che per molti anni, durante il periodo scolastico, pubblicò schede (da utilizzare per le ricerche), atlanti geografici e storici, scenari naturalistici da completare e altri utili sussidi. Un altro punto di forza furono i soldatini o i calciatori, le bamboline di carta coi vestiti e gli accessori e tutta una serie di giochi e di ambientazioni in carta tutti da incollare su cartoncino e ritagliare.

Più che per i piccoli, era una vera e propria testata d’informazione per ragazzi, al punto che nell’estate 1970 un referendum denominato (Scegli Tu) durato tre settimane svolto tra i lettori per mezzo di cartoline postali da inviare alla redazione, decretò che i giovani lettori preferivano un cambio di nome, passando da Corriere dei Piccoli a Corriere dei Ragazzi.

Ci vollero quasi due anni prima che il risultato del referendum fosse pubblicato e la fatidica decisione di cambiare nome venisse presa, cosa che avvenne dal n. 1 del 1972.

Ma il Corriere dei Piccoli non sparì in questa trasformazione, fu rinominato Corrierino e fu allegato in versione ridotta di 16 pagine ai primi 16 numeri del CdR. Uscì poi un diciassettesimo numero (7/5/1972) e poi il Corrierino ritornò in edicola a 48 pagine metà a colori e metà in bianco/nero, al prezzo di 100 lire, con contenuti per bambini.

Intanto il Corriere dei Ragazzi, diretto magistralmente da Giancarlo Francesconi, presentava le avventure di “Aquila” il pilota d’aerei, degli Aristocratici, delle prime Sturmtruppen di Bonvi, di Charlie Brown, di Mafalda, di Lupo Alberto.

Poi, ogni settimana un gadget diverso in regalo: il normografo dei solidi, quello degli stati dell’europa, il completo per l’investigatore comprendente la lente, il talco per le impronte, etc, giochini rompicapo tipo la piramide di dischi da invertire sui perni, o puzzles in 3D, il laccio di cuoio con il calendario azteco, la tombola, …

Una rubrica fissa o quasi era “TILT,  la rubrica pazzapazzapazza“, illustrata e diretta da Bonvi, Castelli e Fagarazzi alle prese con il terribile direttore Francesconi.

Il Corriere dei Ragazzi ha lasciato un ricordo indelebile nei giovani lettori di quegli anni, per la ricchezza e lo spessore dei contenuti e per la carica innovativa del periodo 1972/1975, tanto da essere ancor oggi ricordato come una delle migliori espressioni dell’editoria per ragazzi di sempre.

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1 comment

  1. alain

    Nessuno si ricorda del giornalino MIAO ? Era lungo e stretto, faceva da timone un gatto col ciuffo lungo che presentava giochi perlopiù da ritagllare… Credo sia durato almeno due anni nel ’72-73

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