Per telefonare dalle cabine telefoniche e dagli apparecchi pubblici era assolutamente necessario usare l’apposito gettone marrone a tripla scanalatura, comunemente conosciuto con il nome di Gettone telefonico.
Il gettone telefonico è un disco di metallo color bronzo con tre scanalature coniato dal 1959 al 1980 in Italia e utilizzato per il pagamento delle telefonate effettuate dai telefoni pubblici. Il gettone è rimasto in uso fino al dicembre 2001quando potevano ancora essere cambiati nei negozi 187 al valore di 9 gettoni = 1 scheda telefonica.
Sebbene non avesse corso legale, il gettone per il telefono era comunemente usato come moneta per le transazioni economiche al valore pari al costo di una telefonata. Il valore del gettone nel 1959 era di 30 lire; nel 1964 di 45 lire, corrispondenti allora all’importo di 3 scatti telefonici; dal 1972 di 50 lire; dal 1980 di 100 lire e dal 1984 di 200 lire, venendo adeguato alla variazione del costo e della durata dello scatto telefonico.
Nel corso della sua vita, in particolare dal 1964 con l’avvento della SIP, il gettone si diffonde enormemente e negli anni aumenta considerevolmente il suo fabbisogno e quindi se ne coniano quantità inimmaginabili (gli apparati pubblici passano da 84.185 unità del 1964 a ben 262.068 del 1974, per arrivare a 383.445 del 1995. Mente le cabine telefoniche stradali, praticamente inesistenti nel 1964, sono 41.053 a fine 1980 e 64.700 a fine 1995).
Il 1979 è l’anno critico di massima richiesta, sia perché il gettone sostituisce egregiamente la moneta in lire nei momenti di scarsità di quest’ultima (infatti è il periodo della penuria di moneta metallica e del fenomeno dei minissegni); sia per il fatto che in tale periodo si prevede un aumento del suo costo unitario e molte persone se li accaparrano pensando sia un buon investimento.
Graficamente, il gettone telefonico è molto semplice: c’è la sigla dell’azienda produtrice (E.S.M. – Emilio Senesi Medaglie, Milano; I.P.M. – Industria Politecnica Meridionale Arzano, Napoli; C.M.M. – Costruzioni Minuterie Metalliche – Sant’Agata li Basttiati, Catania; U.T. – Urmet Costruzioni Elettrotelefoniche, Torino) e ci sono quattro cifre sotto la dicitura “gettone telefonico” che indicano l’anno e il mese di conio (le quattro cifre del gettone qui sotto nella pagina sono 7805 e indicano che è stato coniato nel maggio 1978).
Quanti bei ricordi bambini legati a questo oggetto:
- le vecchie cabine, spesso guaste e maleodoranti, con quelle cornette penzolanti piene di germi, e i tanti giri stradali per trovarne una funzionante;
- le code alle cabine nelle località di mare aspettando il proprio turno con un mano un gruzzolo di gettoni per salutare chi era rimasto a casa;
- il rumore del disco che scorre lentamente mentre si compongono i numeri;
- la pila di gettoni deposti sopra l’apparecchio pronti ad essere inseriti nella gettoniera del telefono;
- il suono dei gettoni ingoiati dalla macchinetta (a raffica, per le interurbane) fino all’ultimo Clak! prima della caduta della linea;
- le cabine che si bloccavano con un gettone mantenendo la linea aperta che potevi parlare per ore (se nessuno ti buttava fuori prima!);
- le code di giovani militari davanti alle cabine delle caserme nell’orario di libera uscita;
- la cabina usata come riparo per la pioggia improvvisa o da giovani coppie di fidanzati per baci parzialmente protetti.
Altri giochi interessanti fatti dai bambini degli anni ’60 e ’70 e che riguardavo i gettoni erano:
- la chiamata casuale (si faceva anche con i telefoni di casa perché era gratuita) componendo il numero con la tecnica degli impulsi, cioè dando dei precisi colpetti sul bottone della linea, quello dove si attaccava la cornetta. In teoria c’era una logica (per fare ad esempio il 43178 si davano 4 colpetti, pausa di 1 secondo, tre colpetti, pausa 1 secondo, 1 colpetto, e avanti così), ma quasi tutte le volte si agganciava un numero sconosciuto e si parlava a vanvera e a gratis.
- Il setacciamento di tutte le cabine della zona per schiacciare il pulsante del resto nella speranza che qualcuno avesse dimenticato qualche gettone.
- Più scorretto, il finto guasto, cioè bloccare con un fiammifero o uno straccio il canale di restituzione del resto e passare qualche ora dopo con una gruccia a rimuovere l’ostacolo e recuperate tutti i gettoni di resto di altre persone accumulati nel canale.
Disgraziatamente, per la lega metallica con cui era realizzato, non era recuperabile dalla griglie dei negozi con le calamite con il filo.
Poi, con l’avvento dei telefoni funzionanti a monete e la diffusione degli apparecchi utilizzabili con schede telefoniche, il gettone telefonico è rapidamente sparito dalle tasche e c’è n’è qualcuno nascosto negli angoli di qualche cassetto.
Ma non sparirà mai dalla nostra memoria.
Telefono pubblico modello tipo U+I con gettoniera, usato in Italia dal 1964 al 1982, e macchinetta per il cambio di moneta con gettoni telefonici.
bancomat
Ne conservo ancora alcuni. Una curiosità che non tutti sanno:
sul lato della scritta GETTONE TELEFONICO, in alto veniva stampato il logo che corrispondeva alla ditta che li coniava (ve n’era più di una) e in basso 4 numeri, le prima due cifre rappresentavano l’anno di produzione, le seconde la settimana. Esempio: 7523, 23esima settimana del 1975
annisessanta
Ricordo la Cabina tutta gialla con vetri zigrinati sita proprio al centro di P.zza Vanvitelli, al Vomero, a Napoli città
Aldo
Suggerimento: se non riguarda solo me, inserirei la memoria del passare in rassegna le cabine telefoniche a caccia dei gettoni dimenticati dagli utenti distratti. Quando premendo il bottone li sentivo scendere era una gioia infinita! E non mi capitava di rado.