
Ecco un appuntamento televisivo fisso per tutti gli italiani, non solo per noi bambini di quegli anni. Tutti incollati davanti alla tele per stupirci delle gaffe di Mike, dell’abbigliamento della valletta Sabina Ciuffini e del fenomeno intellettuale del momento: il campione.
Dal marzo 1970 al maggio 1974 questo programma irripetibile è stato “il quiz” per antonomasia, il più bello e coinvolgente della storia della TV.
Ricordo, in particolare, l’omino che attraversa un rischioso percorso a ostacoli nella sigla di Rischiatutto, Il fantastico tabellone elettronico, le meravigliose cabine circolari per le domande finali.
Ma adesso ricordiamo i campioni! Ernesto Marcello Latini, Anna Mayde Casalvolone, Marilena Buttafarro, Angelo Cillo, Paolo Paolicchi, Umberto Ruzzier, Giampaolo Lusetti, Mariolina Fusillo Bronzini, Bottesini (il sub che per errore intralciò il tentativo di record d’immersione in apnea di Enzo Majorca, provocando le prime parolacce in diretta della storia TV italiana, ma è un’altra storia).
Brilla nei ricordi del bambini l’eccitante superfinale del 10 giugno 1972 tra i nove campioni della trasmissione, con il bolognese Massimo Inardi (super campione di ogni tempo, esperto di musica classica), la romana Maria Giuliana Longari (esperta di storia romana, colei che “cadde sull’uccello” nella famosa frase di Mike) e Andrea Fabbricatore (esperto di geografia, quello del braccio ingessato), che si concluse con la grande vittoria del professor Inardi.
Splendide le sigle di chiusura: “Voglio ridere” dei Nomadi, “Amare di meno” di Peppino di Capri, “Una musica” dei Ricchi e Poveri sono alcuni eccellenti esempi.
Per la storia televisiva, dopo la finalissima del 1972 la trasmissione accusa una progressiva flessione di ascolto, fino a che, dopo la sfida finale del 1974 (campionessa: Maria Luisa Migliari, esperta di cucina) la RAI decide di chiuderne definitivamente il ciclo. Fu “Scommettiamo?” a raccoglierne con ben minore fortuna l’eredità, dal 1977 al 1980.
Sempre su Rischiatutto, esprimo un ricordo anche per l’omonimo gioco in scatola, di cui amavo, in particolare, due oggetti: la montatura di occhiali come quelli di mike, ma senza lenti, che veniva indossata da chi lo impersonificava nel gioco; e il cicalino per prenotarsi a rispondere alle domande, un pezzo di lamiera sagomato che cliccava forte con un piccola pressione.