Il gioco 'Bandiera' (o anche 'Rubabandiera')

Chiamato anche ‘rubabandiera’, era giocato in due modi differenti. L”inizio è uguale per tutti: due squadre di ragazzini si schieravano una di fronte all’altra (maschi contro femmine, o...

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Chiamato anche ‘rubabandiera’, era giocato in due modi differenti.

L”inizio è uguale per tutti: due squadre di ragazzini si schieravano una di fronte all’altra (maschi contro femmine, o quarta c contro terza b, o clan contro banda) in un campo all’aperto; ognuno aveva un numero progressivo, 1 – 2 – 3 – 4 – etc. Al centro c’era un mossiere, neutrale, che reggeva in mano davanti a se’ un fazzoletto o – appunto – una bandiera e chiamava con suspense e malizia “i numeri 2!”, i quali avanzavano si ponevano di lato al fazzoletto.

Primo modo: i due giocatori, posti su ciascun lato della bandiera, mettevano in atto una serie di finte per afferrarla, fino a che uno dei due l’afferrava davvero e fuggiva verso la sua squadra. L’avversario doveva inseguirlo e toccarlo per invalidare la presa. Se il giocatore rientrava nella sua linea con la bandiera senza essere toccato aveva fato punto.

Secondo modo: il direttore di gioco dopo interminabili finte e a sua discrezione lasciava cadere il fazzoletto. Chi lo afferrava, al volo, doveva correre e rientrare nei ranghi, se veniva raggiunto e toccato perdeva e veniva eliminato; la squadra che sopravviveva con l’ultimo corridore vinceva. In questa versione del gioco era vietatissimo toccare la bandiera prima che lasciasse la mano; molti sceglievano di essere numero 1 piuttosto che 3 per accoppiarsi con/contro un avversario equilibrato (da evitare ciccioni contro sprinter) o per cercare di placcare o palpare un nemico giurato o una amata timida ma sportiva.

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