Si giocava così: si disegnava per terra un cerchio per ognuno dei partecipanti che si sceglieva il nome di un pianeta.
Si estraeva a sorte chi doveva fare “L’Universo”, il quale lanciava la sua sfida dicendo: “Dichiaro guerra a …” e diceva il nome di un pianeta. Immediatamente, quel pianeta doveva uscire dal suo cerchio, fare un giro attorno alla “galassia” e rientrarvi senza che l’Universo potesse toccarlo.
Se ci riusciva, se lo portava con sé nel suo “Universo”. Poi “dichiarava guerra” ad un altro pianeta e, se riusciva a toccarlo, se lo portava con sé. Invece, se prima di essere toccato, riusciva ad entrare nell’Universo e toccare tutti i pianeti prigionieri, li liberava tutti.
Ma, se l’Universo riusciva a toccarne anche solo uno prima che rientrasse nel cerchio se lo riportava nell’Universo. Il gioco finiva, se non per volontà di tutti i giocatori, quando l’Universo riusciva a fare prigionieri tutti i pianeti.