Programma ‘europeo’ per antonomasia, i Giochi senza Frontiere hanno divertito i bambini italiani fin dal 1965 con i loro incredibili giochi, la meravigliosa sigla e la simpatia degli arbitri ufficiali.
Giochi senza frontiere (in francese Jeux sans frontières) era una trasmissione televisiva prodotta dall’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) e derivata dal programma francese Intervilles, a sua volta ispirato all’italiano Campanile sera. Nel Regno Unito andava in onda con il titolo di It’s a knockout.
I Giochi senza frontiere erano una sorta di olimpiadi dove ogni nazione partecipante era rappresentata, in ogni puntata, da una diversa città o (più spesso) cittadina che sfidava in prove molto divertenti e bizzarre le città delle altre nazioni.
La prima edizione andò in onda nel 1965 e poi ogni estate ininterrottamente fino al 1982; dopo una sospensione di alcuni anni, il programma riprese nel 1988 e andò avanti fino al 1999. Nella prima edizione (1965) parteciparono Belgio, Francia, Germania Ovest e Italia e nel corso degli anni si avvicendarono in totale 20 nazioni.
In Italia il programma venne trasmesso, dall’inizio fino al 1982 (anno in cui terminò la prima serie), dapprima sul “Secondo programma” della Rai, in seguito Rai 2. Dal 1988 su RAI 1.
Fino al 1970 i presentatori italiani furono Giulio Marchetti e Renata Mauro; dal 1971 al 1977 Giulio Marchetti e Rosanna Vaudetti; dal 1988 Ettore Andenna e Milly Carlucci. L’Italia ha vinto 4 volte: 1970, 1978 (con la squadra di Abano Terme), 1991 e 1999.
Il successo di Giochi senza frontiere superò qualsiasi previsione e risultò travolgente in tutta Europa. Si può dire che l’Italia degli anni settanta si fermasse per vedere il programma. Nel 1977 una puntata di Giochi senza frontiere fece segnare un’audience di 18,5 milioni a puntata, nel ’78, con Ettore Andenna e Milly Carlucci, l’ascolto medio era di 17,8 milioni di telespettatori a serata. La finalissima del ’78 raccolse 200 milioni di telespettatori in tutta Europa.
Vennero disputate anche delle edizioni invernali, chiamate Giochi sotto l’Albero e Questa pazza pazza neve.
I giochi degli anni 60 aveva un fascino ingenuo, erano abbastanza semplici e senza le grandiose infrastrutture degli ultimi anni. Quasi tutti i giochi erano a base di acqua e sapone, dunque scivolosissimi. Alla fine c’era addirittura, almeno nella prima serie, un quiz culturale, con tanto di prestigiosi cervelloni e accademici locali scomodati per risolverli.
Memorabili il momento del ‘Fil rouge‘, detto anche ‘gioco intermedio’ che veniva svolto dalla squadra che non partecipava al gioco precedente, e il ‘Jolly‘ che si giocava in un qualsiasi gioco in qualsiasi momento, e raddoppiava il punteggio ottenuto. Era bello quando lo giocavano 3 o 4 squadre contemporaneamente (e magari arrivavano ultime).
Indimenticabili gli arbitri ufficiali (di origine svizzera) Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi e il loro rituale di avvio del gioco: fischietto in bocca “trois – deux un” e via, che i concorrenti partivano come razzi!
Per sapere tutto sui Giochi senza frontiere c’è il sito ufficiale.
Sotto, alcune foto delle edizioni 1977 e 1978 con i diversi presentatori Giulio Marchetti insieme a Rosanna Vaudetti, e Ettore Andenna al fianco di Milly Carlucci, e i due arbitri del programma, Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri.
Nella foto sotto, l’ideatore dei Giochi con i mitici arbitri della prima serie: da sinistra il grande Popi Perani ideatore dei Giochi, Guido Pancaldi, Luigo Turolla regista di alcune edizioni dei JSF, Gennaro Olivieri.
Luciano Fasano
È più di un’ora che sto girando su questo sito, che mi sta regalando una delle gioie più belle della mia vita.
Ritrovarmi in giochi, programmi televisivi, cibo, serie televisive … Una cosa bellissima. Una gioia che non è descrivibile. Grazie per averlo costruito.
quicicasco
Al mare,nella sala TV della pensioncina,stipati come sardine a fare il tifo per i nostri…
P.S. Sono Pflip ! ma il Forum dell’Anima è bloccato ? Fatemi entrare !
Sebastiano
Che programma divertente… era così semplice e allegro, una sfida fra “nazionali” di ragazzi che vestivano in buffi costumi e facevano cose ancora più buffe muovendosi in scenari variopinti, tra scivolate, cadute e tuffi in acqua. Per divertirsi in quel modo occorre essere spensierati e vivere in un epoca ottimista… Durante la prima serie era proprio così.