La trasposizione, più o meno fedele, delle vicende boccaccesche dello sprovveduto Calandrino e dei suoi finti amici Buffalmacco e Bruno ( dagli amici mi guardi Iddìo…). Su tutti spiccava l’interpretazione di Ninetto Davoli, non nuovo a personaggi medioevali in chiave farsesca (vedi ad es. “I Racconti di Canterbury” di P.P. Pasolini).
Erano in realtà telefilm molto strani, per essere destinati ad un pubblico di bambini: personaggi bizzarri, ambientazioni surreali ( memorabile l’episodio del ‘carnevale di Provenza’ dove Calandrino e amici si aggirano per deserte rocche spazzate dal vento, tra giullari col volto dipinto dall’espressione vacua ma vagamente diabolica…), vicende dove il senso logico era rovesciato e così via. In realtà anche questa serie dimostrava che nella televisione di allora non si aveva paura di proporre ai bambini programmi dove l’intelligenza e l’ironia avevano libero gioco.