Dai primi anni ’60 fino al 1973 la tedesca NSU, ora parte del gruppo Volkswagen, produce nei suoi stabilimenti di Neckarsulm questa vetturetta a tre volumi, due porte e motore posteriore.
Spinta da un rumorosissimo motore bicilindrico di 600 cc raffreddato ad aria, rifinita in modo spartano e contraddistinta da una linea a saponetta goffa ed impacciata, ebbe un notevole successo di vendite tra i pensionati, le suore e gli impiegatucci più scalognati.
Celebri le sue tinte: celeste pallido, bianco ghiaccio, grigio topo, beige, aragosta e, da toccare ferro solo a nominarla, verde bottiglia.
Non meno incredibili le sue versioni sportive: la 1000 e la 1200 TC, rese più aggressive – si fa per dire – da vistose grigliature e fanaleria posteriore a corpi separati!
La Prinz aveva il motore posteriore trasversale bicilindrico 4T avviato da un una dinamomotore (come l’Ape 600) e la linea un poco bizzarra ma diciamo avveniristica.
Con le Prinz si facevano anche i rally, le prestazioni erano ottime, era anche discretamente costosa per l’epoca. Il padre di un lettore, dopo la Fiat 500, voleva cambiare auto ed aveva visto anche la Prinz, la provò e disse che era molto buona, ma cara, cosi’ prese la Mini Minor Innocenti.
Il fatto che aveva il motore posteriore rendeva l’aderenza della Prinz problematica in caso di pioggia, come le vecchie Skoda.
Un altro lettore mi scrive: “La mia donna ne aveva una; nella sua famiglia, per risparmiare e per scarso peso all’estetica e alle prestazioni, si sono fatti nell’ordine: 600, Prinz, Simca e 126 polacca; la Prinz era una specie di vasca da bagno con le rotelle dal colore e le prestazioni analoghe e appena più asciutta. Pure era mitica, funzionale ed essenziale. E te credo, andava a spinta! Un giorno prese fuoco e ne rimasero solo le chiavi”.
pope
Sono orgoglioso possessore di due NSU Prinz, una la classica 4L color azzurro carta da zucchero del 1971, l’altra molto più rara una 1000s con impianto a 6 volt del 1965 e di colore rosso.
Ad essere onesti, non si può certo annoverarla tra i capolavori del design mondiale, ma bisogna considerare che la linea della Prinz tutto sommato rispondeva ai canoni estetici dell’epoca, seguendo (come la Fiat 1300-1500) la scuola americana della Chevrolet Corvair (questa sì sfigata e pericolosa), ed è quindi un macroscopico errore giudicarla con i gusti stilistici attuali!
Al di la dei soliti luoghi comuni sulle Prinz (tra l’altro per niente veri), non credo sia stato per caso che la NSU Prinz sia stata per anni la vettura straniera prima per vendite in Italia, o con i modelli 1000 TTS o 1200TT in vetta alle classifiche di gare Rally,regolarità o corse in salita. Il fatto poi che qualche sprovveduto possessore abbia avuto problemi di incendio non è per colpa della qualità della vettura, bensì dell’incuria del proprietario.