Le filastrocche da declamare battendo le mani o giocando con la palla contro il muro erano numerose e molto diverse da zona a zona, da città a città.
Qui ne presento tre:
1) Il ritornello da dire giocando con la palla contro il muro ‘Rinoceronte, che passa sotto al ponte, che salta e che balla, che gioca a palla, che sta sull’attenti, che fa i complimenti, che dice buongiorno, girandosi attorno, e poi si rigira, la pallina va giù in cantina e ritorna su’
2) Due versioni della filastrocca ‘Mi chiamo Lola’: Prima versione: Mi chiamo Lola, sono spagnola, per imparare l’italiano vado a scuola, la mia mammina, è parigina, il mio papà proviene dalla cina, con tre sacchi di farina, cina cina coccodé, questo per me, questo per te, formaggino alla bebé, brrr brrr c’è. Seconda versione: Mi chiamo Lola, sono spagnola, per imparare l’italiano vado a scuola, la mia mammina, è una fatina, il mio papà è l’imperatore della cina, le mie sorelle, sono fiammelle, i miei fratelli han le ali come uccelli, batto le mani, fino a domani, io me ne vado a samarcanda, e tu rimani, qui!
3) “Di novembre, si sta fermi su di un piede, con una mano, al battimano, allo zigolo zagolo, al mulino, un bacino, tocco petto, tocco cuore, angiolino, del mio signore”, dove ad ogni frase corrispondeva un gesto.