I bambini degli anni ’70 sono una generazione di duri e sanno cos’è il dolore perché hanno giocato con le palline clic-clac, le spaccapolsi!
Tecnicamente molto semplice, il gioco delle palline clic clac era costituito da due palline di legno o plastica del diametro di circa 4/5 centimetri legate alle due estremità di una cordicella tenuto a forma di ‘V’ da un anellino o una levetta di plastica.
Il gioco consisteva nell’afferrare o fissare l’anellino al dito di una mano e nel far oscillare e battere tra loro le due palline in modo sempre più veloce, fino a riuscire a farle battere sia nel punto inferiore sia in quello superiore.
Si trattava quindi di un gioco di abilità, che però aveva due svantaggi eccezionali: produceva un rumore infernale (un clic-clac continuo e dannatamente fastidioso) e arrecava notevoli danni all’ossatura e alla muscolatura dell’avambraccio, del polso e della mano utilizzati per muovere le palline.
Se uno era bravo, si sentiva un intensissimo clic clac a 100 metri di distanza, se uno era uno sfigato, si sentiva l’urlo alla stessa distanza. Non esistono reperti audio originali, ma vi trascrivo di seguito il rumore di un frammento di gioco con le palline clic-clac: Click clack click clack clik .. clack .. click .. clack .. clack . click clack click clack click clack click clack click clack click clack …. aaaaahi!!! Acc clik . clack . click . clack click click click … aaaaahi!!! (ripetere tutto il pomeriggio).
Inoltre, una volta presi dal vortice del clic-clac e in situazione incontrollabile e rischiosa, le palline venivano spesso lascite nel pieno del loro turbinio, vagando libere come proiettili e facendo danni in faccia, alla testa e alle cose. Si narra che i Pronto Soccorso fossero quotidianamente alle prese con feriti in punti diversi da palline clic-clac.
Le palline clic-clac – prodotto generico e senza marca, realizzate in tutti colori e in vendita praticamente ovunque – furono il successo di un’estate.
Ricordo vivissimamente un’agosto senza nessuno per le strade della città deserta, ma con il suono delle clic-clac (o un urlo!) che usciva dalle stanze con le persiane chiuse, si diffondeva per le vie deserte e si dissolveva nel calore del sole.
Poi, a causa delle pressioni dei genitori che lo ritenevano un gioco pericoloso e fastidioso (soprattutto durante i pisolini pomeridiani) e dell’aumento continuo di giocatori feriti, le palline clic clac sparirono dal commercio – anche se non vennero proprio bandite – per rimanere nei ricordi dei bambini di quella generazione.
Differenti modelli di palline clic clac per un dolore unico!
numbersix
Mi ricordo anche che giravano leggende metropolitane di cugini di amici che erano morti in modo violento urtando le vene del polso con le palline impazzite !
Naturalmente nessuno conosceva il nome di questi poveretti !
clopat
Se non sbaglio, arrivarono da noi nell’estate del 1971 …