Gioco ampiamente diffuso in tutta Italia, le piste disegnate con il gesso per fare le gare con le macchinine si basava su quattro pilastri:
la qualità del design della pista (realizzata solo dopo lunghe discussioni e mediazioni fra stili, tecniche e varianti preferite);
la qualità dell’asfalto che faceva da fondo alla pista (quello liscio-liscio, quello finito a cemento, quello a grana media, quello grosso con buche, eccetera) e la situazione del fondo del circuito (pista bagnata con un annaffiatoio, olio, ghiaia, eccetera);
la qualità delle macchinine che venivano utilizzate, tutti modelli con andamento esclusivamente a spinta divisi per categorie a seconda della scala;
la qualità e quantità dei giocatori che partecipavano alle gare, piste difficili per i bravi, piste medie e facili per gli altri.
Ovviamente, l’importante era essere in tanti; alcune gare erano così affollate che duravano giorni.
ettore.fara
ho 59 anni e tanta nostalgia di quando ero bambino (o giovanetto). saluto tutti quanti, come me, hanno nostalgia di quella irripetibile età. mi riconosco in tutto quello che ciascuno di voi pubblica e ricorda. io inizio con il “giro d’italia” gioco che si faceva con le biglie di vetro su piste scavate a mano in mezzo alla ghiaia con curve “paraboliche”; tre tiri a testa per un numero stabilito di giri. passavo interi pomeriggi con gli amici e ho giocato quasi fino a 18 anni (e se non avessi vergogna giocherei ancora, ma sono professore nel mio paese e quasi tutti i bambini sono miei alunni…..). ciao a tutti.