Ecco l’elettromicroscopio MAX: sulla scatola era visibile una gigantesca proiezione a muro di un vetrino raffigurante una parte di mosca. In realtà riusciva a proiettare solo vetrini perfettamente trasparenti, e solo al buio più totale.
La confezione comprendeva spatole, bisturino, vetrini e vetrini coprioggetto, blu di metilene per colorare i preparati e fissatore, oltre ad un piccolo trattato di biologia microscopica. Veniva venduto in un’ingombrante scatola di polistirolo con coperchio in cartone, disponeva di tre ingrandimenti (x100 x300 x600) e funzionava sia a pile (con lampadina a bulbo da 3 volts) sia a luce naturale (per mezzo di uno specchietto che opportunamente orientato proiettava un fascio di luce sul vetrino.
Il kit a corredo del microscopio constava di n. 3 bisturi in plastica nera (ovale, a punta e quadro) da affilare all’abbisogna mediante un foglio di carta vetrata; c’erano poi n. 2 pinzette e una provetta trasparente (sempre in plastica nera); un flacone di colorante blu di metilene, uno di colla per vetrini e n. 5 vetrini (di cui n. 2 pronti ed i restanti da preparare).
Completava la dotazione un manualetto di una ventina di pagine che spiegava come usare il tutto. La dicitura 20.000 ingrandimenti, che reclamizzava questo strumento e si poteva anche leggere sopra, era evidentemente una battuta: tali ingrandimenti si raggiungono con i microscopi elettronici del costo di qualche miliardo; la spiegazione in piccolo all’interno del manuale: erano ingrandimenti lineari, misurati tra il campione di partenza e il diametro massimo teorico che la proiezione avrebbe potuto raggiungere.
iac65
…nooo!!! mi cade un mito! fino ad oggi ho creduto che i 20.000 ingrandimenti fossero veri!!! però bellissimo!